Storia
La pieve è nominata per la prima volta nel 1191. Per la muratura della navata vennero però utilizzati i resti di un preesistente edificio tardo romanico, al quale nel Trecento fu poi aggiungo un presbiterio gotico, che a sua volta fu ricostruito nella più moderna forma poligonale intorno al 1400 dal maestro Konrad von Neumarkt. Dal 1791 al 1793 seguì la ristrutturazione classicista, sotto la direzione dell’architetto Matthäus Wachter. I dipinti del soffitto sono di Josef Schöpf.
Al XIV secolo vanno fatti risalire i piani bassi del campanile, mentre è dubbia la datazione degli stemmi angolari a sud-est della struttura. La striscia centrale dello scudo raffigurato, infatti, dovrebbe risultare ribassata. Se si trattasse comunque di un’insegna asburgica, non risalirebbe certo ad un periodo antecedente al 1363. Tale data potrebbe essere considerata il “terminus post quem” per la costruzione del campanile conclusa, poi, in epoca tardo gotica.
Le finestre ad arco acuto e il tetto a forma di ottagono che corona il campanile, invece, potrebbero essere datati attorno al 1400. Piuttosto insolito è il parapetto intorno al tetto del campanile che si ritrova anche nelle parrocchiali di Termeno e Lana. Una sua attribuzione al cantiere dello svevo Jakob Zwitzel di Elchingen sembra tuttavia esclusa dato l’esiguo numero di scalpellature. Delle campane del campanile tre furono fuse da Heinrich Reinhart a Caldaro nel 1606-07, tra cui anche la campana grande che pesa 3600 chilogrammi. Durante i restauri del 1980-82 si provvide alla sostituzione delle pietre della struttura danneggiate. A questi interventi risale anche il sistema antivibrante. I più recenti lavori del 2004-05 hanno garantito una conservazione di tutte le parti in pietra; il campanile è da considerare come l’emblema del comune di Caldaro.